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E’ un cliché un po’ troppo sentito che però trova anche una verità alla sua origine, quella che vuole il coffeelover appena alzato dal letto, animato da un unico mantra: “Non rivolgetemi la parola finché non ho bevuto il mio caffè”. Un’espressione diventata così simbolica, da comparire spesso sulle stesse tazzone da cucina. Soprattutto in questo difficile periodo, in cui la pandemia ci ha costretto a lungo dentro casa, l’autore di lifehacker.com Joel Cunningham, ha deciso di metter alla prova la sua costanza.

Nel momento in cui il suo organismo ha reagito al lockdown privandosi del sonno, proprio in coincidenza con la parentesi professionale più intenso tra scadenze ed eventi e, ovviamente, con la preoccupazione ulteriore di dover gestire lo stress della vita casalinga, Cunningham si è posto l’ambizioso obiettivo di preparare il caffè perfetto.

Cunningham è appassionato e ha deciso di cercare la perfetta tazzina di caffè. Per fare questo, Cunningham si è attrezzato con tutti gli strumenti necessari alla sua missione. La sfida è aperta ai suoi lettori: seguitemi oppure, provate con altri metodi che poi potrete comunicarmi.

Ma il principio che invita tutti ad adottare è il suo: l’unica tazza di caffè buona, è quella che piace.

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Di Massimo Prandi

Massimo Prandi