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La produzione di caffè del Perù, il quinto esportatore mondiale di varietà arabica, è crollata del 10%, nel 2020, a causa dei prezzi contenuti ed a causa della carenza di forza lavoro indotta dalla pandemia di coronavirus: questo è quanto affermano le associazioni di settore locali.
Il calo della produzione di caffè del Perù potrebbe sostenere i prezzi del prodotto sulla piazza internazionale, in quanto si mostra decisamente più intenso rispetto a quelle che erano le attese di mercato: a questo proposito citiamo una recente analisi di Marex Spectron, che prevedeva una contrazione dell’output decisamente più contenuta e pari al 2,5%.
Negli ultimi tre anni i prezzi del caffè arabica sono stati scambiati al di sotto del 30% circa rispetto alla media decennale, e questo ha posto sotto pressione i produttori che, come il Perù, sono oggetto di un costo di produzione elevato.

Lorenzo Castillo, facente parte della Junta Nacional del Café (JNC) del Perù, ha affermato che il crollo della produzione di caffè è stato causato anche dagli agricoltori che si sono trasferiti per lavorare nei campi di coca, una pianta utilizzata localmente per le sue proprietà medicinali ma anche per produrre cocaina.
Tra gennaio ed agosto 2020, spiega Castillo, il Perù ha messo a dimora 3,5 milioni di bags di caffè contro i 3,9 milioni dello stesso periodo nel 2019, un calo imputabile essenzialmente alla carenza di forza lavoro tra marzo e giugno. Alcuni agricoltori hanno abbandonato il caffè per dedicarsi ad altre colture maggiormente redditizie, e tra queste troviamo anche la coca, tramite la quale il guadagno arriva addirittura a quadruplicare rispetto a quello ottenuto con il caffè.
Il Perù, nel mese di marzo, ha praticamente bloccato qualsiasi attività economica al fine di far fronte al diffondersi del COVID 19 che, nella nazione, annovera il tasso di mortalità più elevato al mondo.

 

I peruviani si stanno allontanando da tempo dal caffè: la superficie totale coltivata è diminuita del 17% tra il 2012 e il 2019, secondo i dati del governo, e probabilmente è diminuita di un altro 3% quest’anno; poco incoraggianti anche le prospettive per il 2021, in quanto lo scarso capitale disponibile potrebbe impedire ai coltivatori di applicare i trattamenti atti ad evitare gli attacchi dei parassiti tipici del prodotto.
Il calo della produzione di caffè del Perù potrebbe essere compensato dalla produzione di Colombia ed Honduras, anche se vi è una elevata incertezza in merito alla situazione nella intera America centrale.

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Di Massimo Prandi

Massimo Prandi