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Sull’andamento produttivo della stagione 2021 permangono alcune remore legate alle condizioni climatiche: dopo le gelate, le scarse piogge potrebbero condizionare il raccolto in alcuni stati brasiliani. Le scorte globali dovrebbero superare i 41 milioni di sacchi, un valore pari a circa un quarto della produzione mondiale (23,6%). Il dato riflette i condizionamenti sul trade della pandemia, che ha ampliato il gap tra domanda e offerta e le incertezze per i raccolti nei principali Paesi produttori.
Le specie di caffè verde in grani commercialmente più rilevanti sul mercato internazionale sono Arabica e Robusta. A queste si affiancano anche i mild coffee della Colombia (e di alcuni altri Paesi), prevalentemente derivati da Arabica, e ottenuti con un metodo di lavorazione che porta a semi di caffè verde lavati (washed).

 

A fine 2019 l’andamento mensile delle quotazioni ha registrato un deciso rialzo. Nel 2020 questo andamento si è invertito ben tre volte nel corso dell’anno, condizionato dalle limitazioni commerciali alle attività economiche introdotte dai singoli stati nel mondo. Con il 2021 i prezzi sono però tornati ad aumentare in modo rilevante, come quelli di tutte le più importanti materie prime agricole (soia, frumento, cotone, ecc.), portando l’Arabica e i Colombian Milds a quotazioni non lontano da quelle di fine 2019 (122,16 vs 126,36 US cents/lb), o addirittura superiori (177,49 vs 161,50 US cents/lb). A marzo, l’aumento dei prezzi di Robusta era stato del 12%, cioè il nono per intensità tra tutte le materie prime agricole, e quello di Arabica di oltre il 20%, cioè il sesto in assoluto. Alla base di questo rialzo i timori per un andamento climatico anomalo (la Niña) e l’aumento dei costi di spedizione dei container, fondamentali nel commercio interemisferico di caffè.

 

La domanda mondiale di caffè verde in grani proviene soprattutto dall’Ue-27 che ospita parecchie aziende di lavorazione del caffè, molte delle quali fanno parte di gruppi multinazionali. Nel 2020 la domanda ha rallentato drasticamente per la chiusura delle attività commerciali. Molti operatori hanno però deciso di lavorare con scorte superiori alla norma per minimizzare il rischio di un’interruzione nella catena di approvvigionamento. A fine 2020 presso i porti europei sono state stoccate poco meno di un milione di tonnellate di caffè (di cui il 61,5% Arabica e il 38,5% Robusta) contro i circa 0,8 milioni di inizio anno (+12,8%).
Le importazioni dell’Ue-27 per l’annata 2020/21 sono previste in aumento rispetto all’anno precedente di 1,9 milioni di sacchi, per un totale di 49 milioni di sacchi, pari al 42,9% delle importazioni mondiali. L’Ue-27, gli Stati Uniti e il Giappone, insieme, assorbono il 71,9% delle importazioni di caffè verde in grani, contro il 28,1% del resto del mondo.