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Costi lievitati per il calo dei fatturati dovuti alle chiusure ma non solo. In tutta Italia le riaperture vengono accolte con entusiasmo da clienti ed esercenti che però ora devono fare entrambi i conti con il caro prezzi. E se si parla di bar, pasticcerie, caffetterie e ristoranti, a subire per primo l’aumento più significativo è proprio il prodotto più consumato: il caffè.

Il prezzo medio di una tazzina di espresso, a parte eccezioni sparse un po’ in tutta penisola ma ancora in minoranza, prima dell’emergenza d’Italia e dei conseguenti lockdown era di un euro. Mala monetina unica oggi non basta più.

 

E nella classifica delle città dove l’espresso costa di più, stilata da Adnkronos sui dati del Rapporto Ristorazione 2020 di Fipe Confcommercio, a sorpresa al primo posto spunta Trento con 1,21 euro. Seconda la vicina Bolzano dove il prezzo medio è di 1,19 euro. Si tratta chiaramente un calcolo su prezzi medi, per cui il caffè in altre zone d’Italia (come ad esempio Merano dove il caffè costa in media 1,3o euro o altre zone a forte vocazione turistica) potrebbe costare anche di più.

A Udine e Pordenone e nella lombarda Brescia il prezzo medio è di 1,12 euro. A Trieste, Padova e Bologna un centesimo in meno: 1,11 euro. Belluno, Ferrara, Gorizia, Modena, Ravenna, Rimini, Rovigo e Vicenza registrano invece un costo di 1,10 a tazzina.

Anche nelle città d’arte i prezzi si aggirano su questo livello: a Firenze e a Venezia 1,09 euro come anche a Torino. Napoli si mantiane sotto l’euro con 90 centesimi. Il prezzo minore si spunta invece a Catanzaro dove il caffè si paga ancora 80 centesimi. Sempre in Calabria AdnKronos registra 0,88 a Cosenza e a Reggio Calabria. Stesso prezzo anche nella siciliana Messina.

E a Roma? Nella Capitale un caffè al bar in media costa 0,93 euro, 10 centesimi in meno di Milano con 1,03 euro.