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L’America in isolamento beve molto caffè e le vendite al dettaglio prendono il volo. Lo dicono i dati Nielsen – citati dal Financial Times – relativi al mese di marzo, che rilevano un incremento superiore al 70% degli acquisti settimanali di caffè in negozi e grandi magazzini degli Stati Uniti rispetto all’anno scorso.

 

Un trend destinato, con buona probabilità, a ridimensionarsi con il passare del tempo, forse imputabile agli “acquisti da panico”, che dimostra però come gli effetti del Covid-19, per quanto significativi, potrebbero rivelarsi, alla fine, meno gravi di quanto paventato dall’Ico. A riprova di ciò, le previsioni di Rabobank, che si aspetta, per il 2020, un calo della domanda tutto sommato modesto (-0,4%), simile a quello registrato nel 2008, in conseguenza della crisi economico-finanziaria globale. Secondo la stessa Rabobank, la domanda è cresciuta nel 2019 del 2,5%.

Sui dati italiani non si hanno al  momento aggiornamenti, ma si può stimare che per il settore delle torrefazioni le perdite possano essere compensati dai consumi domestici, soprattutto per quelle aziende inserite non solo in canali Horeca, ma anche in GDO e botteghe alimentari.

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Di Massimo Prandi

Massimo Prandi