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Il caffè è un ‘must’ diffuso in tutto il mondo e consumato da milioni di persone regolarmente. Spesso si dibatte sulle sue qualità negative e positive. In merito a quelle positive un recente studio scientifico, ha evidenziato come un particolare tipo di caffè, ovvero quello filtrato, possa ridurre il rischio di contrarre il diabete, in particolare quello di tipo 2.

Gli scienziati hanno monitorato centinaia di volontari per un arco di tempo lungo sette anni e hanno potuto confrontare gli effetti sia del caffè filtrato che di quello bollito. La dose di caffè è stata di tre tazzine al giorno e si è notato che chi beveva quello filtrato aveva il 60% in meno di probabilità di contrarre il diabete di tipo 2.

 

 

Per quello filtrato viene eseguita una procedura con la quale i chicchi macinati vengono inseriti in un filtro e l’acqua passa attraverso. Invece, nel caffè bollito il caffè macinato viene aggiunto direttamente all’acqua; questo metodo è sostanzialmente quello utilizzato per il caffè alla turca o quello greco. Lo studio in questione è stato pubblicato sul Journal of Internal Medicine, e condotto dalla Chalmers University of Technology e dalla Umea University e ha coinvolto 842 persone provenienti dal nord della Svezia. La metà dei partecipanti aveva il diabete di tipo 2 alla fine del test.

I campioni di sangue raccolti all’inizio del test negli anni ’90 sono stati analizzati usando la tecnica metabolomica. Quest’ultima consente ai medici di identificare la concentrazione ematica di molecole specifiche, compresi i diterpeni. Questi, che sono normalmente presenti nel caffè, sono anche associati a colesterolo alto, ipertensione e malattie cardiache e vascolari. In particolare è stato scoperto che 32 marcatori nel sangue erano fortemente legati al caffè filtrato, mentre 24 di essi a quello bollito. Grazie a questi marcatori si è dimostrato che con il caffè filtrato vi era una minore probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2.Ricordiamo, però, che il consumo moderato è la chiave giusta, mentre l’esagerazione non ha mai prodotto nulla di buono.

 

 

Recentemente si è scoperto che il caffè ha apparentemente qualità “anti-obese”. Uno studio recente che è stato condotto sui topi lo prova. Grazie ad esso è stato notato come proprio la sostanza contenuta in tè e caffè (caffeina) arrivi a ridurre la conservazione dei lipidi, ossia la produzione dei trigliceridi. In questo modo si tende a limitare l’aumento di peso e a non accumulare grassi in eccesso.

Questa tesi è stata espressa in uno studio dell’Università dell’Illinois pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Functional Foods. Per arrivare a questa conclusione il team di ricerca dell’Università dell’Illinois ha fatto seguire ai topi una dieta ben precisa. Essa prevedeva l’assunzione rigorosa del 40% di grassi, il 45% di carboidrati e il 15% di proteine. Ai topi inoltre è stata fatta ingerire una quantità di caffeina equivalente a quella di un essere umano che la assume in circa 4 tazze di caffè o tè al giorno. I topi sono stati seguiti per un periodo di tempo di circa quattro settimane.

 

 

Alla fine del periodo di quattro settimane, la percentuale di massa magra nei vari gruppi di ratti (divisi in chi beveva tè mate con caffeina e chi invece prendeva lo stesso prodotto ma decaffeinato) è variata significativamente. I ratti che hanno ingerito caffeina hanno accumulato meno grasso corporeo rispetto all’altro gruppo, quello che ingeriva il prodotto decaffeinato. Il gruppo di topi che assumeva regolarmente caffeina al giorno infatti ha guadagnato il 16% in meno di peso e ha accumulato il 22% in meno di grasso corporeo rispetto ai ratti che hanno consumato il prodotto decaffeinato.

Gli studiosi dell’Università dell’Illinois hanno così notato che la caffeina  svolge una preziosa azione di riduzione di grasso corporeo. Non consente infatti di accumulare i lipidi nelle cellule adipose dell’organismo. Questa riduzione di grassi accumulati varia tra il 20% e il 41%. Oltre che buono e tradizionale il caffè si sta sempre più rivalutando come panacea per la salute.