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Quanti sarebbero disposti a pagare una tazzina di caffè quasi 100€? Probabilmente pochi, ma in realtà è il caffè più prezioso e ricercato al mondo. Il suo nome, Black Ivory, che in lingua inglese significa “avorio nero”, sta ad indicare proprio la rarità ed il valore dello stesso, ma non solo. Infatti, il legame del nome con l’avorio è simbolo della stretta  affinità di questo caffè con gli elefanti. Questo caffè è ottenuto a partire da semi di Coffea arabica, che vengono ingeriti dagli elefanti e recuperati poi dalle loro feci.

Ma quale prerogativa apporta questo strano e discutibile processo ai semi?

 

 

L’importanza del viaggio attraverso l’apparato digerente dei grandi mammiferi non è secondario. Gli enzimi digestivi degli elefanti decompongono parte delle proteine del caffè, rendendolo meno amaro. I semi vengono digeriti tra le 15 e le 70 ore dai pachidermi, e nello stomaco sono presenti insieme ad altri ingredienti che influenzano l’aroma del prodotto.

Un altro elemento di rarità di questo caffè è  che viene prodotto in esclusiva  dalla Black Ivory Coffee Company Ltd nel nord della Thailandia. Questo fa sì che il Black Ivory sia una tra le varietà più costose di caffè (circa 1100 dollari al Kg) e la sua produzione è così limitata, da essere disponibile in pochi hotel di lusso al prezzo minimo di 50 dollari la tazza… ma può arrivare anche a 100 per particolari selezioni!

 

 

Di certo un prezzo che ripaga la limitata disponibilità di bacche di caffè che residuano dopo la digestione da parte degli elefanti: i pachidermi non apprezzano di buon grado le bacche,  molti chicchi si danneggiano risultando inutilizzabili, inoltre il duro lavoro degli addetti al recupero dei semi dalle feci degli animali è lento e laborioso. Si stima che per produrre un solo chilogrammo di caffè tostato siano  necessari ben 33 kg di semi di caffè verde!

 

 

Ma la produzione di questo caffè ha anche un risvolto favorevole per gli elefanti: l’impegno dei circa venti animali occupati  della produzione del caffè, è ripagato donando circa  il 10% delle vendite alla locale fondazione per la tutela degli elefanti, garantendo così la salvaguardia della specie e anche delle antiche tradizioni locali.

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Di Massimo Prandi

Massimo Prandi