Le grandi aziende italiane del caffè hanno compreso il valore della formazione (nonché della ricerca) per smuovere la cultura del caffè in Italia. E le piccole imprese non stanno a guardare: negli ultimi anni sono nate diverse scuole del caffè di brand di diversa taglia (da Ditta Artigianale a Quarta Caffè, fino ad arrivare a quello di Galdus che è addirittura gratuito). Guardando ai numeri più grandi, se da una parte Illy ha creato un’università del caffè nel 1999 a Napoli, poi spostata a Trieste nel 2002, Lavazza fa accordi direttamente con l’Università di Torino per l’impianto di una scuola di Alta Formazione sul caffè, un Coffee HUB destinato sia ai futuri studenti che alle aziende. Per questo progetto le due realtà sono già all’opera, con un primo orizzonte fissato al 2025. La scuola di formazione sul caffè rientra nell’accordo più ampio siglato tra le due realtà a febbraio 2024 per un’operazione della durata di tre anni (ma rinnovabile) con l’investimento di 600mila euro in tutto (200.000 euro l’anno). Lavazza sul settore formazione ha già investito creando un’ampia rete internazionale di Training Center a marchio. Questo però sarà un progetto in partnership con un organo di alta formazione riconosciuto in tutta Italia.

Oltre alla scuola di formazione poi, i progetti di ricerca e studio che coinvolgono le due realtà sono più ampi. L’accordo va a popolare un’area strategica ideata dall’Università di Torino proprio per fare ricerca e sviluppo sui temi più attuali che riguardano non solo l’Italia ma anche l’Europa, attirando le aziende che vogliono promuovere percorsi di studio. Si chiama Butterfly Area e lavora proprio come un campus universitario su temi quali l’ambiente, la mobilità, la salute animale o umana e, ovviamente, l’agroalimentare.

I temi di ricerca su cui si concentrerà la partnership saranno: “Il futuro del caffè, il caffè del futuro”, ovvero l’attivazione di progetti di ricerca mirati ad affrontare le sfide del settore del caffè in termini di sostenibilità, valorizzazione della materia prima e innovazione in campo agricolo. In secondo luogo anche “Consumo del caffè e impatto sul benessere giovanile”, un’indagine approfondita che indaga, tramite un approccio di ricerca interdisciplinare con l’utilizzo delle neuroscienze, la relazione tra componenti del caffè e il benessere del consumatore giovane. Due zone nevralgiche, considerato il rapporto fra resa del caffè e crisi climatica, nonché l’appetibilità del prodotto sui giovani, la categoria di consumatori più attenzionata, che oggi si informa tramite i social ed è molto sollecita nell’invenzione di nuovi prodotti a base di caffè.