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La Colombia è la terza produttrice mondiale di caffè, ma spesso gli scarti e le bucce di questa pianta non vengono riciclati e questo comporta un impatto negativo sull’ambiente, perché rilasciano gas metano nell’aria. Così la startup colombiana Woodpecker WPC ha trovato un modo per trasformarle in una risorsa, unendole a polimeri di plastica riciclata per dare vita a un materiale chiamato WPC.

Dopo aver recuperato le bucce di caffè, queste vengono triturate e mescolate con la plastica riciclata. Il risultato finale è un materiale composto per un 60% da caffè e per il 40% da plastica, che viene poi solidificato attraverso dei forni e trasformato in comuni blocchi di pallet, che, uniti a un telaio d’acciaio, vero e proprio scheletro dell’abitazione, danno vita a una struttura resistente quasi quanto una casa realizzata con materiali tradizionali.

 

Grazie a questo sistema Woodpecker WPC lavora a una doppia missione: fornire case, scuole e servizi igienici alle fasce della popolazione più fragili, realizzando allo stesso tempo strutture a basso impatto ambientale, attraverso una materia prima naturale, la cui lavorazione inquina molto meno di quella del cemento o del calcestruzzo.

Alcune aree della Colombia, inoltre, si ritrovano spesso in situazioni di emergenza, a causa del maltempo che arreca tantissimi danni, soprattutto alle infrastrutture. Ed è proprio in questi casi che, grazie alla leggerezza del materiale sono anche facili da costruire. Woodpecker WPC riesce a realizzare queste abitazioni in poco tempo e a trasportarle con elicotteri o imbarcazioni e in 3 anni ha realizzato più di 2600 strutture tra cui anche scuole e case per chi ha bisogno.