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Nuove specie di caffè prossimamente nelle nostre tazze. Forse. Al laboratorio di analisi sensoriale del Cirad di Montpellier – e, in contemporanea, in tre altri laboratori, tra Svizzera, Belgio e Olanda – è andato in scena, il 10 dicembre, un esperimento senza precedenti, sotto certi versi storico: un blind tasting inedito di tre specie di Coffea mai utilizzate commercialmente prima di oggi, provenienti dal Centro di Risorse Biologiche (Crb Coffeea) dell’isola della Riunione.

Il genere Coffea comprende oltre 120 specie diverse, ma solo 3 di queste sono di interesse economico: la Coffea arabica, la Coffea canephora (robusta) e la Coffea liberica. Quest’ultima con quote marginali di mercato.

La Coffea arabica è senza subbio la più pregiata è diffusa, ma anche la più esigente: coltivarla costa di più, richiede temperature più basse e, soprattutto, la sua limitata diversità genetica la rende vulnerabile al mutamento climatico e alle malattie.

 

A detta degli esperti, i cambiamenti climatici potrebbero ridurre drasticamente, nei prossimi decenni, la aree della fascia tropicale consone alla coltura di questa varietà.

A fronte di questo rischio, il Cirad (Centro di ricerca agronomica per lo sviluppo) ha proposto come soluzione lo sviluppo di ibridi di Arabica coltivabili in sistemi agroforestali.

L’idea è stata sviluppata attraverso il progetto EU Breedcafs (BREEDing Coffee for AgroForestry System), finanziato da Orizzonte 2020, il più grande programma mai realizzato dall’Unione europea per la ricerca e l’innovazione.

Tre le specie di caffè selvatici selezionate attraverso la collezione del Crb Coffea:

  • La Coffea stenophylla, che si adatta alle alte temperature e sembra avere buone qualità gustative;
  • La Coffea brevipes e la Coffea congensis, più vigorose e potenzialmente in grado di rivaleggiare con la robusta in termini di gusto.

Tutte e tre le specie sembrano inoltre essere resistenti alla ruggine del caffè.