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Uno studio al quale ha partecipato la Naro (Ugandan National Agricultural Research Organisation) in collaborazione con il Csa-Wur (Centre for Crop Systems Analysis of Wageningen University) e l’Ird (Institute de Recherche pour le Développement)  ha indagato l’esistenza di alcune varietà caffeicole resistenti alla siccità. Ci sono alcuni dati potenzialmente interessanti a tal proposito rispetto alla Robusta selvatica, identificata nella ricerca di Catherine Kiwuka in Uganda, condivisa sul sito technologytimes.pk, dall’articolo di Joshua Kato.

“Le specie selvatiche vicine ai raccolti sfidano continuamente le pressioni ambientali e sono delle risorse resilienti che possono essere usate per migliorare le capacità dei raccolti di sopravvivere ai cambiamenti climatici e per questo costituiscono un punto importante per la sostenibilità agricola.” ha affermato Kiwuka.

 

Il caffè in Uganda ha contato una produzione tra il 2019 e il 2020 di sette milioni di sacchi da 60 chilogrammi. Ma il Governo ha in programma di esportarne almeno 20milioni per il 2030. L’evoluzione sempre più drammatica dei cambiamenti climatici mette però a repentaglio la possibilità di coltivare il caffè in ampie aree, per questo l’attenzione del miglioramento genetico delle nuove accezioni si concentra su piante più resistenti alla siccità. E dalla biodiversità naturale delle piante selvatiche pare possano arrivare buone risposte.

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Di Massimo Prandi

Massimo Prandi