Pubblicità

Secondo una recente ricerca di mercato condotta da Allegra Group le catene di caffè statunitensi impiegheranno ben due anni per riprendersi completamente dal crollo delle vendite da 11,5 miliardi di dollari causato dal covid 19, un tracollo che ha letteralmente travolto le società spazzando via il 25% del loro mercato.

Il segmento delle catene di caffè statunitensi dominato da Starbucks e Dunkin ‘Donuts ha visto le vendite crollare del 24% a 36 miliardi di dollari, nel corso degli ultimi 12 mesi, e questo a causa delle interruzioni commerciali determinate dal diffondersi della pandemia di coronavirus e, sempre stando a quanto dichiarato da Allegra Group, sarà necessario attendere sino al 2023 per ritornare ad una sorta di normalità (lo studio mostra che il 65% degli intervistati ritiene che le condizioni commerciali miglioreranno nel giro dei prossimi 12 mesi).

 

“Con una situazione politica in costante mutamento, la prospettiva di vaccinazioni di massa e con gli operatori che mostrano di adattarsi rapidamente alla nuova situazione, possiamo dire che c’è una luce in fondo al tunnel dopo un anno estremamente impegnativo. Prevediamo che la situazione commerciale inizierà a stabilizzarsi a partire dall’estate 2021, tuttavia saranno necessari alcuni anni prima che il processo di adattamento alla nuova situazione sia completato” (Jeffrey Young, fondatore ed amministratore delegato di Allegra Group).

Il mercato recupererà fino a 40 miliardi di dollari di vendite durante il prossimo anno e supererà i 50 miliardi di dollari entro il 2025 con un tasso di crescita annuo del 7%, secondo Allegra. Il numero di punti vendita, che negli ultimi 12 mesi è sceso dello 0,6% a 37.189 sedi, supererà i 40.900 entro la fine del 2025.
La pandemia, come abbiamo visto in precedenza, ha letteralmente sconvolto il settore delle catene di caffè statunitensi e gli stessi ricercatori di Allegra Group hanno affermato che quello attuale è il peggior ambiente commerciale a memoria d’uomo.

 

Stando alla studio di Allegra gli operatori di settore riferiscono di perdite equiparabili a circa 32500 dollari per punto vendita al mese, anche se esiste una forte differenziazione geografica con le aree urbane che risultano maggiormente attinte dal tracollo e con le aree suburbane e rurali che hanno, al contrario, aumentato le vendite in quanto i clienti hanno incrementato gli acquisti in loco.

La chiusura dei punti vendita indotta dal covid 19 ha costretto le principali catene di caffè statunitensi ad apportare sensibili modifiche alla loro strategia commerciale accelerando, ad esempio, il lancio di piattaforme per ordinazione a distanza, l’e commerce e i servizi da asporto. Il drive-thru, che ora rappresenta il 37% di tutti i punti vendita di caffè di marca statunitense, sta diventando una strategia sempre più attraente per mitigare l’impatto del covid 19.