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Di Davide Pipia.

 

Noi europei diamo per scontate molte cose, pensiamo che tutto ci sia dovuto.
Per prodotti come i pomodori, le patate, il mais,il caffe ecc.. ci limitiamo a dire “non avessimo scoperto l’America questi prodotti non li avremmo mai avuti”, si tutto vero, ma quei prodotti nei loro originari paesi di produzione hanno passato varie fasi prima di affermarsi.
Con questo breve articolo voglio raccontarvi la storia del caffè in Costarica, come questo piccolo paese del centro America sia oggi uno dei maggiori produttori di caffè al mondo.
La Costarica fino al 1808 aveva un’agricoltura di sussistenza, ma da quell’anno tutto è cambiato.
Quando il governatore Tomas De Acosta portò le prime piante di caffè in Costarica.

 

Rapidamente nacque una nuova concezione di lavoro agricolo, si è passati da un’agricoltura prettamente di auto sostentamento ad un tipo di agricoltura industriale.
Da ricordare è il nome di Felix Valarde, che fu il primo ad essere incaricato di utilizzare il suo terreno per coltivare caffè nel 1816.
Numerosi fattori hanno favorito l’istituzione del “Goldein Grain”. I luoghi dove furono realizzate le prime piantagioni erano caratterizzati da terreni altamente fertili, di origine vulcanica; una stagione delle piogge e una stagione secca, temperature relativamente uniformi e favorevoli durante tutto l’anno per lo sviluppo della pianta.

Dopo l’indipendenza, nel 1821, i governi municipali furono i primi a incoraggiare questa coltivazione tramite la consegna di piante e la concessione di terre a coloro che erano interessati a questa attività.
Altri nomi importanti per lo sviluppo della coltivazione del caffè in Costarica sono quelli dei capi di stato Juan Mora Fernandez e Braulio Carrillo i quali hanno sostenuto l’attività del caffè e hanno visto nel caffè il prodotto che avrebbe generato un movimento economico a beneficio dell’economia della Costarica e che ne avrebbe consentito lo sviluppo sociale.
Con la crescita delle prime piante di caffè, l’interesse dei costaricensi per la loro coltivazione è aumentato.

 

 

Nel 1820 venne fatta la prima esportazione di 2 quintali di caffè verso Panama. Intorno al 1840, Braulio Carrillo decretò che le terre a ovest di San José, più precisamente le terre del distretto di Pavas, fossero dedicate a piantagioni di caffè.
Il Capo di Stato pensava che il governo dovesse dirigere la politica del caffè ed essere responsabile della ricerca di mercati e che il più importante fosse quello Inglese. Pertanto, parallelamente al sostegno della semina, ordinò la costruzione della strada per l’Atlantico che avrebbe permesso alla Costa Rica di avere una rotta diretta per i porti britannici.

 

Dall’introduzione del caffè alla sua affermazione come prodotto di esportazione passarono alcuni decenni.
Il commercio del caffè con l’Europa fu consolidato nel 1840, dopo che l’inglese William Lacheur arrivò sulla nave a vela Monarc a Caldera e, visitando San José, negoziò l’acquisto del raccolto di Santiago Fernández Hidalgo, uno dei principali coltivatori di caffè dell’epoca e proprietario dell’azienda agricola “El Laberinto”.

Un altro personaggio rilevante nella storia del caffè costaricense è Santiago Fernandez, colui che ha per la prima volta esportato il caffè di questo piccolo paese del centro-america nel vecchio continente. Tutto iniziò con l’attracco della nave Alcion proveniente dai porti londinesi, Fernandez decise di rischiare e diede a Lacheur(importatore inglese) il suo caffè, con la promessa che quest’ultimo sarebbe tornato per portare i profitti della vendita. L’inglese mantenne la promessa e come da patti nel 1845 tornò con il denaro e altre navi.