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Sebbene spesso il caffè sia servito anche in vetro, la tazzina in porcellana sembrerebbe da preferire perché questo materiale conserva meglio il calore e contribuisce a esaltare il gusto della bevanda, come avevamo sottolineato anche in un articolo di qualche tempo fa. Ma qual è l’origine della tazzina da caffè e da quanto tempo è utilizzata? Oggi vogliamo raccontarvi proprio questa storia e scoprire se esiste la tazzina perfetta per gustare un caffè espresso e quali sono le sue caratteristiche.

 

 

La parola tazza sembra aver avuto origine dall’arabo “tassah”, un bicchiere nel quale erano servite le bevande, e la sua diffusione in Europa risale all’epoca delle Crociate. Secondo le fonti storiche, già tra la fine del Quattrocento e il Cinquecento, i servizi di stoviglie in maiolica comprendevano le tazze, dei recipienti bassi, con la bocca più larga del fondo, che potevano o meno avere un coperchio. Alcune erano usate per contenere dolciumi, altre per servire cibi e bevande. Sulla differenza tra le varie tipologie non c’è totale chiarezza, ma sembra che la maggior parte di questi recipienti non fosse dotata di manico. Le tazze erano spesso decorate e i motivi divennero più fini e ricercati man mano che l’arte ceramica si sviluppò. Quando il caffè arrivò in Europa, durante il XVII secolo, veniva inizialmente servito in tazze senza manico, sebbene ci fossero anche tazze dotate di un’ansa che ne facilitava la presa.

Solo dopo, intorno al Settecento, si pensò di corredare queste tazze di un piattino, che non solo serviva da appoggio, ma era utilizzato anche per raffreddare il caffè prima di berlo: la bevanda veniva versata e bevuta proprio dal piattino. Un’abitudine strana? Eppure durante il Settecento era assolutamente normale!
Bere il caffè dal piattino divenne ben presto contrario alle buone maniere, tanto da essere considerato offensivo.

 

 

 

Nel frattempo, la lavorazione della ceramica faceva passi da gigante e, intorno alla metà del Settecento, il britannico Josiah Wedgwood fondò la sua manifattura, perfezionando il creamware, una versione inglese della maiolica. Proprio grazie a questo materiale resistente e facile sia da lavorare che da decorare, Wedgwood “inventò” anche la tazzina da caffè.

Il suo nome non è tanto il diminutivo di tazza, ma è dovuto a un italiano, il pittore dell’Accademia di Brera Luigi Tazzini, direttore artistico dal 1896 al 1923 della Società di Ceramica toscana Richard-Ginori. Tazzini amava molto la nascente corrente dell’Art Nouveau e orientò la produzione in questo senso; a lui si deve il design moderno della tazzina da caffè e la definitiva aggiunta del manico.

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Di Massimo Prandi

Massimo Prandi