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Di Francesca Lisa.

 

Il caffè, bevanda più bevuta al mondo dopo l’acqua. In Italia si stima che il 97% delle persone tra i 18 e i 65 anni consumi caffè. Concedersi una tazzina di caffè viene quindi visto come un rituale molto diffuso nel nostro paese. Questo piacere detiene diverse valenze: serve a ricaricarsi in diversi momenti della giornata, dalla classica tazza di caffè bollente e fumante al mattino, di cui solo l’odore riesce a risvegliarci dalla sonnolenza data dal riposo notturno, alla tazzina di caffè bevuta a metà mattinata o dopo i pasti principali come aiuto per migliorare l’assorbimento degli zuccheri nel sangue. Ovviamente oltre agli aspetti benefici che questa sostanza porta al nostro organismo e al nostro umore non possiamo non fare attenzione all’importanza sull’aspetto sociale che circola intorno a questa scura bevanda. Il caffè è visto come una pausa, un momento nostro che ci concediamo per rilassarci, per pensare, per accomoagnare un libro o per ascoltare un vinile in un pomeriggio d’inverno, ma anche come “scusa” per creare spazi e momenti con le persone.

 

Quante volte abbiamo avuto voglia di fare una chiacchierata con amici e ci è venuto spontaneo chiedere loro “Andiamo a prenderci un caffè?” Il caffè in questa situazione prende una funzione d’incontro, di convivialità, oltre a quella di pausa. Si  dedica del tempo alle persone a cui si vuole bene davanti ad un caffè. Continuando a pensare alla funzione d’incontro e di unificazione, bisogna ricordare che i primi locali in cui si serviva e consumava questa bevanda, le cosìdette “botteghe del caffè”, ora chiamati “caffè storici”, ricoprivano un ruolo più sociale che economico. Questi luoghi divennero dei veri e propri spazi di socializzazione e scambi culturali, dati dallla frequentazione di filosofi, letterari e politici.

 

 

Verso la fine del ‘600 a Vienna si iniziarono a diffondere queste botteghe e il caffè inizio ad avere importanza nella vita quotidiana dei cittadini di tutte le classi sociali, dove appunto le persone si ritrovavano a leggere il giornale e conversare dei fatti di attualità sorseggiando la scura bevanda. Uno studio dell’università di Toronto ha consentito di rilevare il potere delle associazioni psicologiche e il modo in cui l’idea che abbiamo di qualcosa (e l’esperienza che ne abbiamo fatto) sia in grado di influenzarci più di quanto pensiamo. Basta pensare al caffè per rendere la nostra mente più scattante e vigile! Alla luce di tutto ciò non possiamo negare che l’analisi di un gesto spontaneo come bere una tazzina di caffè puo’ rilevare la presenza di profonde influenze sociali. Il caffè non ha solo una funzione energizzante, ma ha moltissime “sfumature” di funzioni di cui tenere conto, come il rituale di andare a berlo, che spesso è considerato più importante della bevanda stessa!